-
II luogo
che accoglie e protegge, attraverso i segni, la
memoria, affinchè questa continui ad arricchire il
patrimonio collettivo, è il museo nella più evoluta
accezione. Nel tempo, il concetto di segno si è
sempre più esteso includendo non solo elementi privi
di valore estetico ma anche l'immaterialità dei
suoni o delle proiezioni di immagini. Da sempre
contenitore muto di preziosi reperti, il museo
estende sempre più la sua funzione di luogo dove si
custodisce la memoria attraverso il racconto
espresso dalla molteplicità degli elementi che del
racconto stesso fanno parte: i segni della vita
materiale con i suoi usi e gli strumenti propri
dell'attività umana, includendovi le opere d'arte e
gli oggetti di pregio poiché sempre espressione di
quella stessa cultura che li ha prodotti. Specchio
della società che lo genera, il museo deve essere
capace di riproporsi e produrre interessi nella
collettività, in un continuo rinnovarsi attraverso
la ricerca. Luogo del collezionismo fine a se
stesso, delle preziosità, delle stravaganze,
dell'unicità dei capolavori, il museo trova ancora
motivo di essere solo se gli stessi segni sono
composti in modo che rivelino l'anima della società
che lì ha prodotti, custoditi, tramandati.
L'individuazione, la catalogaziene, l'esposizione
degli elementi significanti non possono non tener
conto della strumentazione tecnologica che l'area
scientifica pone a disposizione degli allestimenti.
-
In questa
linea metodologica s'innesta il nuovo «Museo storico
dello sbarco in Sicilia, estate 1943» allestito in
uno degli edifìci che compongono il centro «Le
Ciminiere» di Catania. Nel caso specifico, il
museo racconta i fatti che avvennero in Sicilia dal
dieci di luglio all'otto settembre del 1943. SÌ
tratta di un perìodo storico a noi molto vicino,
appena un sessantennio, ancora tesrimo-oiabìle da
molti nostri anziani; eppure, un periodo di cui si
sta perdendo la memoria collettiva, soffocata com'è
stata da un processo di evoluzione tecnolo-gka e
sociale che ha determinato straordinari mutamenti in
un intervallo di tempo tanto breve. I cambiamenti
che si sono verificati hanno dell'incredibile. Il
solito lento mutare delle cose, in quest'intervallo,
ha subito un'impennata repentina, incontrollabile,
tumultuosa, inimmaginabile tanto che i fatti
avvenuti sessantenni fa sono diventati lontani,
sotterrati dalla radio, dalla televisione, dalle
automobili, dai telefonini, dal computer, da un
diverso modo di vivere. Tutto ciò che abbiamo
perso di vista, che abbiamo dimenticato, è oggi
riproposto in un racconto museale mirato a
salvaguardare il bene più prezioso di questi nostri
anni: la pace. Sì, perché la guerra non si e mai
placata nel mondo, il Vietnam, l'Africa, il Medio
oriente sono ancora teatro dì sangue.»
-
II Museo
si sviluppa su tre elevazioni fuori terra ed occupa
una superfìcie di circa 3.000 metri quadri; di
questi, una parte rimane riservata ad esposizioni
tematiche e temporanee. Nel suo continuo svolgersi,
il museo propone attraverso ambienti ricostruiti,
le condizioni che caratterizzavano la vita prima,
durante e dopo l'evento bellico con simulazioni,
proiezioni ed esposizione di reperti sempre
rigorosamente originali.
-
-
arch.
Gasp are Murinola
-
Progettista del Museo
-
-
PIANO TERRA
-
L'area
d'ingresso consente un primo approccio al
tema con la presentazione, su pannelli, dei
principaJi avvenimenti storici che hanno
caratterizzato gli anni a seguire la prima guerra
mondiale. Entro una «saletta cinematografica» (1),
il visitatore può seguire un filmato introduttivo
sulla seconda guerra mondiale e sugli eventi
immediatamente precedenti Io sbarco degli Alleati.
Varcato l'arco di accesso all'area museale si
perviene entro una luminosa piazzetta siciliana
(2). Vi prospettano le case con i loro
interni carichi di vita privata. L'ambiente
successivo (3) presenta un cortile buio dove sì
affacciano le case dalle porte sbarrate. La direzione verso cui proseguire la segnala
un'unica lampadina che invita ad entrare entro un
rifugio antiaereo (4). Il
dramma di chi era
stato
fortunato a trovare posto entro il rifugio, si
perpetra ora sotto le sembianze del ricostruito
scenico. Gli effetti dei bombardamenti
caratterizzano l'uscita dal rifugio (5). Il selciato
prende in salita e dopo una prima svolta ci porca
davanti alla finestra di una casa diroccata entro la
quale si continuano a vedere filmati dei
bombardamenti aerei su Palermo, Catania e
Messina. La strada si fa erta (6), stretta tra le
facciate di case sempre chiuse; fioche lampade
illuminano manifesti murali che comunicano agli
abitanti fatti che stanno avvenendo oltre l'Italia,
in nord Africa. La popolazione, ignara di tutto, suo
malgrado aspetta attonita gli eventi che da un
momento all'altro potrebbero interessare l'Isola. Il
pianterreno ospita anche una ricca biblioteca di
testi sullo sbarco in Sicilia.
-
-
PIANO PRIMO
-
L'ambiente che da inizio al percorso del primo piano
presenta la simulazione formale di un mezzo da
sbarco (7) ed è come se il visitatore facesse parte
del gruppo dei giovani anglo-americani che stanno
per sbarcare sulle coste sud orientali della
Sicilia.
-
Sullo
schermo frontale scorrono le immagini storiche di
quei momenti, I pannelli fotografici che seguono
mostrano azioni militari successive allo sbarco;
queste proseguono ancora in un grande schermo che
propone momenti della prima avanzata e la
controffensiva dei soldati dell'Asse (8). La forma
ottagonale che in vari momenti torna a proporsi
lungo il percorso museale, caratterizza la
successiva sala (9); al centro, il piano di un
tavolo ottagonale su cui si eleva la sagoma della
Sicilia, si anima di forme e colori con scene che
vengono proiettate dall'alto mentre una voce fuori
campo narra, per sintesi, gli eventi. Quattro
distinti monitor, alle pareti, presentano gli
avvenimenti ripresi dai cineoperatori di guerra che
momento per momento seguirono il conflitto. Le sale
successive contengono principalmente vetrine entro
cui sono esposti reperti appartenenti ai distinti
eserciti: italiano (10), tedesco (11), americano
(12) e inglese (13). Il visitatore può, in questo
tratto, avere un momento di sosta entro una apposito
ambiente (15). La successiva sala (16) ha una
presenza ingombrante: un bunker, reso al vero,
espande la sua mole su tutto lo spazio. Il
visitatore che entra nel fortilizio (17) subisce
l'urto della sorpresa di due militari italiani
intenti "veramente" ad usare la mitragliatrice
contro fantomatici nemici che vengono loro
incontro attraverso simulazioni filmate. Lungo le
pareti della sala (18) vengono mostrate altre
tipologie costruttive di bunker edificati lungo le
coste e le principali vie di penetrazione
dell'Isola. Le opere di difesa costiera sono
accompagnate dagli armamenti che dalle postazioni
ostacolarono l'avanzata degli Alleati.
-
Salendo
da una scala circolare, ricavata entro l'anima di
una vecchia ciminiera, il visitatore si trova
nell'area che rievoca le battaglie combattute tra
gli Alleati ed i soldati dell'Asse, a cominciare da
quella della piana di Gela, nei pressi di
Castelluccio, Le principali battaglie di Gela (19),
di Ponte Primosole (20) e di Traina (21) sono state
riproposte su plastici tridimensionali accompagnati
da una serie di pannelli fotografici che mostrano
momenti bellici i cui scenari sono fin troppo noti.
Una delle sale (22) accoglie un monitor che mostra
momenti dell'avanzata angloamericana; nell'ultima di
questa zona (23) un'altro monitor illustra i momenti
del passaggio delle truppe tedesche da Messina alla
costa calabra. Lo spazio si amplia (25) per mostrare
al centro alcune mitragliatrici. Ma l'attenzione
principale il visitatore la dedicherà alla prima
delle vetrine (26) dove campeggia, su fondo nero la
figura isolata del capo di stato della Germania,
Adolf Hitler, reso nelle proprie sembianze dagli
artisti cerai di Londra. Sul grande pannello di
fondo si possono distinguere le diverse composizioni
degli eserciti degli Alleati e dell'Asse. La
successiva vetrina (27) ospita Winston Chuchill a
colloquio con il presidente Roosevelt.
-
II
successivo segmento museale è dedicato agli
avvenimenti politici nazionali successivi agli
avvenimenti siciliani (28). La presenza della Croce
Rossa è sottolineata da una vera sala operatoria da
campo utilizzata proprio nel 1943 (29); vi si
trovano rutti gli strumenti chirurgici ed il
lettino operatorio. La terza vetrina (30) sorprende
per la resa dei personaggi. Benito Mussolini a
colloquio con il re Vittorio Emanuele III. Davanti a
loro, su un tavolo, una mappa della Sicilia su cui
sono segnati i punti dello sbarco degli Alleati e le
linee di avanzamento. In prossimità alla vetrina,
sono esposti soldati italiani in distinti momenti
(31). Lo spazio si amplia (32) per accogliere
davanti ad un ampio scenario dei monti Iblei, tra
secolari ulivi, una tenda entro cui un gruppo di
persone, attorno ad un tavolo, sta fissando uno di
loro intento a firmare un importante documento: è il
3 settembre 1943 e si tratta della firma, a
Cassibile, dell'armistizio che mette fine alle
ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani. Il
successivo corridoio mostra gli aspetti sociali
sotto il governo militare, AMGOT (33). Vi
si espongono documenti, proclami, manifesti,
lasciapassare. La sala successiva (34) è
dedicata ai Caduti. In una lapide elettronica
scorrono, lentamente, più di mille nomi tratti a
campione tra le migliala di giovani che in questa
terra di Sicilia hanno perso la vita e che oggi si
trovano riuniti in distinti cimiteri di guerra. Il
museo li accomuna tutti. Una voce chiama i loro
nomi. Sulle pareti il resoconto delle vittime ed una
frase che segna la fine del percorso con un inno
alla pace.
-
-
Piano Secondo
-
Salendo da una
scala circolare, ricavata entro l’anima di una
vecchia ciminiera, il visitatore si trova nell’area
che rievoca le battaglie combattute tra gli Alleati
ed i soldati dell’Asse, a cominciare da quella della
piana di Gela nei pressi di Castelluccio. Le
principali battaglie di Gela (19), di Ponte
Primosole (20) e di Troina (21) sono state
riproposte su plastici tridimensionali accompagnati
da una serie di pannelli fotografici che mostrano
momenti bellici i cui scenari sono fin troppo noti.
Una delle sale (22) accoglie un monitor che mostra
momenti dell’avanzata angloamericana; nell’ultima di
questa zona (23) un’altro monitor illustra i momenti
del passaggio delle truppe tedesche da Messina alla
costa calabra. Lo spazio si amplia (25) per
mostrare al centro alcune mitragliatrici. Ma
l’attenzione principale il visitatore la dedicherà
alla prima delle vetrine (26) dove campeggia, su
fondo nero la figura isolata del capo di stato della
Germania, Adolf Hitler, reso nelle proprie sembianze
dagli artisti cerai di Londra. Sul grande pannello
di fondo si possono distinguere le diverse
composizioni degli eserciti degli Alleati e
dell’Asse. La successiva vetrina (27) ospita
Winston Chuchill a colloquio con il presidente
Roosevelt. Il successivo segmento museale è dedicato
agli avvenimenti politici nazionali successivi agli
avvenimenti siciliani (28). La presenza della Croce
Rossa è sottolineata da una vera sala operatoria da
campo utilizzata proprio neI 1943 (29); vi si
trovano tutti gli strumenti chirurgici ed il lettino
operatorio. La terza vetrina (30) sorprende per la
resa dei personaggi. Benito Mussolini a colloquio
con il re Vittorio Emanuele 111. Davanti a loro, su
un tavolo, una mappa della Sicilia su cui sono
segnati i punti dello sbarco degli Alleati e le
linee di avanzamento. In prossimità alla vetrina,
sono esposti soldati italiani in distinti momenti
(31). Lo spazio si amplia (32) per accogliere
davanti ad un ampio scenario dei monti Iblei, tra
secolari ulivi, una tenda entro cui un gruppo di
persone, attorno ad un tavolo, sta fissando uno di
loro intento a firmare un importante documento: è il
3 settembre 1943 e si tratta della firma, a
Cassibile, dell’armistizio che mette fine alle
ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. Il
successivo corridoio mostra gli aspetti sociali
sotto il governo militare, AMGOT (33). Vi si
espongono documenti proclami manifesti,
lasciapassare. La sala successiva (34) è dedicata ai
Caduti. In una lapide elettronica scorrono,
lentamente, più di mille nomi tratti a campione tra
le migliaia di giovani che in questa terra di
Sicilia hanno perso la vita e che oggi si trovano
riuniti in distinti cimiteri di guerra. Il museo li
accomuna tutti. Una voce chiama i loro nomi. Sulle
pareti il resoconto delle vittime ed una frase che
segna la fine del percorso con un inno alla pace.
|