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Distrutta dal terremoto del
1693 rinacque la Palazzolo settecentesca.
Le chiese di San Sebastiano e
San Paolo sono stato dichiarate patrimonio dell'umanità da parte
dell'UNESCO. La zona archeologica di
Palazzolo Acreide è denominata Akrai. Sita su un alto colle dalle
pareti rocciose inespugnabile, la piccola polis fu il baluardo della
espansione siracusana nel territorio siculo. Per la sua particolare
posizione strategica Akrai fu anche la sentinella dei confini
meridionali del territorio siracusano. La cittadina ebbe un continuo
sviluppo nell’arco dei secoli come si può dedurre dalle due grandi
necropoli della Pinita e Colle Orbo.
Palazzolo è il luogo di nascita di Giuseppe Fava scrittore,
saggista, giornalista, drammaturgo, pittore, sceneggiatore,
fondatore della rivista antimafia I Siciliani, e vittima della
mafia.
Scicli è un centro del barocco ibleo della Val di Noto, Patrimonio dell'Umanità nella lista dell'heritage dell'UNESCO ed un' elegante cittadina situata in una ampia vallata fra delle colline rocciose, alla confluenza di tre valloni: quello di S. Bartolomeo, quello di S. Maria La Nova e la fiumara di Modica. Si estende su una larga pianura incastonata all’interno di tre valli strette ed incassate dette “cave” (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), scavate da corsi d’acqua torrentizi. Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli ed uno dei più interessanti della Sicilia barocca, è per la sua unicità anch'esso un capolavoro, in particolar modo per l'aspetto scultoreo che caratterizza le sue due facciate fastosamente decorate dai lapidici locali.
Noto è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, coperta di agrumi. La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una finzione, la scena di un teatro, nasce da un fatto tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. Prima di allora la città sorgeva a 10 km di distanza. L'asse principale è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze. In ogni piazza una chiesa, il corso è annunciato dalla Porta Reale, monumentale ingresso a forma di arco di trionfo, eretto nel XIX sec. La porta è sormontata da un pellicano, simbolo dell'abnegazione nei confronti di Re Ferdinando. Ai due lati si trovano una torre, simbolo di fortezza ed un cirneco (antica razza canina siciliana), sinbolo di fedeltà. Alle spalle si stende un viale alberato fiancheggiato dal bel Giardino Pubblico caratterizzato dalle macchie viola della bougainvillea e dai ciuffi delle palme tra i quali emergono i busti marmorei di famose personalità locali. E' uno dei luoghi di ritrovo degli abitanti.Ogni anno la terza domenica di maggio è dedicata all' infiorata evento della città di Noto. La manifestazione è nata ventisei anni fa dall’incontro di artisti infioratori Genzanesi e Netini. Via Corrado Nicolaci è la via dove nasce l'infiorata, l'impatto è forte, in alto la Chiesa di Montevergini che si contrappone al palazzo del Principe Nicolaci "Villa dorata", con i balconi che sono stati definiti da molti i più belli del mondo. Oggi l'infiorata di Noto è considerata tra le più belle manifestazioni dell’intera Isola.
Caltagirone, nota come Città della ceramica, fa parte dei comuni della Val di Noto, Patrimonio Mondiale dell'umanità. Ha dato i natali a Don Luigi Sturzo ed al politico Mario Scelba. Aspira da tempo a diventare capoluogo di provincia dei 15 comuni del calatino. La produzione ceramica, sviluppatasi nel corso dei millenni, ha portato ad una fiorente attività che si manifesta nelle innumerevoli botteghe in cui la produzione tradizionale di stoviglie e manufatti vari si va evolvendo sempre più verso forme artistiche decorate a mano. La città è dotata di un proprio museo specializzato, il Museo della ceramica, che raccoglie oggetti che documentano l'evoluzione dei manufatti del settore a partire dalla preistoria e dal periodo della Magna Grecia attraendo numerosi visitatori e turisti. Principali punti di interesse turistico del centro storico sono la lunga Scalinata di Santa Maria del Monte, in cui ognuna delle 142 alzate è decorata con un differente motivo di piastrelle in ceramica che riprendono gli stili del passato, e il ponte di S.Francesco che collega i due colli su cui si sviluppa il centro storico. Distrutta quasi completamente nel 1693 dal Terremoto del Val di Noto, Caltagirone venne interamente ricostruita: i principali edifici pubblici sono infatti in stile barocco. La moderna Caltagirone è disposta ad anfiteatro e si presenta agli occhi dei visitatori in tutto il suo splendore con le grandi chiese, i campanili, le torri ed una distesa di tetti dalle caratteristiche tegole in cotto. All'imbrunire sembra proprio un presepe. Recentemente, nei locali della ex biblioteca comunale, è stato istituito il Museo internazionale del presepe, che vanta una collezione di oltre mille pezzi, i quali abbracciano un percorso storico che va dal Settecento fino ai giorni nostri.
Catania è la città dell'Etna, in
continuo e vivo rapporto con il vulcano che spesso ha tradito la sua fiducia
facendo scendere le sue colate di lava fin dentro le sue mura. E non è solo
il profilo del vulcano a ricordarcelo, ma anche il colore scuro che spesso
caratterizza i monumenti, le case, i portoni e che, quando non è pietra
lavica, viene prodotto nell'intonaco. Catania è stata greca, romana,
bizantina, araba, normanna, sveva, ma l'aspetto che più la caratterizza oggi
è quello di città barocca. Testimonianze settecentesche della Catania
barocca sono la via Etnea, il Palazzo dell'Università, la Collegiata, la
cattedrale di S. Agata.
Patria natale di artisti noti al pubblico internazionale, questa città ha
visto muoversi lungo la via Etnea Giovanni Verga, Vitaliano Brancati,
Vincenzo Bellini. All'indomani del terremoto del 1693, Catania vide i suoi
monumenti distrutti e migliaia di persone uccise. Tale evento, pur
prostrando inizialmente la città, fu l’impulso per una rinascita economica e
culturale. Furono edificati splendidi palazzi, conventi e chiese cosicché,
alla fine del Settecento, Catania era una città compiuta, dove l'arte
barocca trionfava.
Informazioni Catania
Ragusa ha origini antichissime: nella seconda metà del II millennio a. C., quando ancora Roma, "la città eterna", era men che un piccolo villaggio, Ragusa ospitava un aggregato di villaggi siculi. Il sito di Ibla trae origine da uno di questi e probabilmente sorge sulla stessa area della sicula Hybla Heraia. La ricostruzione, dopo il terremeto che interessò la parte orientale della Sicilia nel 1693, fu ovunque "sontuosa" e "rappresentativa", celebrativa non solo del fasto e del potere della nobiltà e della chiesa, ma anche dell'orgoglio e della forza della città e del popolo contro quella della natura. Ragusa Ibla costituisce con i suoi ricordi medioevali e gli eleganti palazzi barocchi un quartiere di Ragusa, ricchissimo di fascino e di storia. L'aspetto più interessanti dei palazzi nobiliari di Ibla è dato dalle sculture delle mensole che richiamano temi allegorici e motivi mostruosi che raggiungono spesso un alto valore artistico.
Militello in Val di Catania si trova nelle estreme propaggini settentrionali dei monti Iblei. La città è stata inserita nel 2002 tra le otto città siciliane tardo barocche facenti parte del Patrimonio dell'umanità dell' UNESCO. Paese a preminente economia agricola, ha riscoperto negli ultimi anni una vocazione turistica basata sulla valorizzazione dell'immenso patrimonio monumentale ed artistico di matrice medievale e barocca che, adeguatamente supportata da manifestazioni e pubblicazioni di altissimo livello qualitativo, ha contribuito a far conoscere ed apprezzare Militello fuori dai confini locali. Militello è ricco di chiese e palazzi, soprattutto di matrice barocca, che ne fanno uno dei più importanti centri del Val di Noto. La gastronomia tipica militellese è sostanzialmente quella dolciaria. In tutti i dolci le mandorle ed il vino cotto rappresentano gli ingredienti fondamentali, caratterizzando un sapore squisitamente mediterraneo.
Ciò che rende Modica una città unica e affascinante è, prima di tutto, l'aspetto barocco. Il suo territorio urbano consiste in un esteso altopiano solcato da profondi canyon. La città sorge sulla confluenza di due fiumi a carattere torrentizio, che dividono l'altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giacanta ad est e Monserrato a sud. Come altri centri storici del Val di Noto, deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio combinata ai vari fenomeni di antropizzazione dell'area. Le abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l'estensione delle antiche grotte. Tipico prodotto della città è la famosa cioccolata, prodotto seguendo un’antica ricetta azteca, qui importata certamente almeno dal primo decennio del '600, quando la Sicilia dipendeva amministrativamente dal regno di Spagna. Le due chiese cattedrali di S. Giorgio (nella zona alta) e di S. Pietro (nella parte bassa) costituiscono le direttrici dell'espansione urbana, che si snoda attraverso i grandi complessi conventuali dei Francescani, dei Gesuiti, delle Benedettine ecc. Chiese e conventi punteggiano l'itinerario barocco che si snoda dalla splendido "balcone" naturale del Pizzo al fondovalle dello stretto. Caratteristico della città è l'intrecciarsi degli stretti vicoli medioevali e la cortina edilizia di chiese e palazzi signorili che si evidenziano per la fattura delle strutture architettoniche, per la ricchezza delle decorazioni e l'omogeneità cromatica della pietra calcarea lavorata con particolare perizia scultorea dalle maestranze, che richiama il ricamo dei muri a secco delle campagne iblee. Il Duomo di San Giorgio in Modica viene quasi sempre indicato e segnalato come monumento simbolo dello stile architettonico tardo-barocco che caratterizza tutte le città di questo estremo lembo di Sicilia.